Ho iniziato a seguire il nuovo talk show televisivo di Parenzo su La7, dove stamattina hanno presentato un dato estrapolato dal nuovo rapporto Inps sul lavoro. Il dato in questione è 20.300 “lavoratori poveri”, confrontato da Parenzo con i 4.300.000 “lavoratori poveri” del rapporto 2022. A commentare il dato è intervenuto Tridico, ex Presidente dell’Inps recentemente commissariato e destituito dal suo ruolo, spiegando come questa differenza è giustificata dal fatto che da un anno all’altro hanno deciso di cambiare il cut-off dei “lavoratori poveri” e hanno incluso solamente i lavoratori full time sotto un salario lordo di 6 euro l’ora, escludendo dalla popolazione quindi tutti i lavori a tempo determinato, part time o che lavorano in agricoltura e nel domestico.
Quindi da una parte c’è il commissario Inps Gelera, nominata dal governo, che per qualche motivo decide che da quest’anno i “lavoratori poveri” saranno una manciata. Dall’altra ci sono i parenzini che prendono in giro il governo con le grafiche meme. Il tutto senza dimenticare che i “lavoratori poveri”, in qualunque modo li si voglia considerare, non sono i poveri in assoluto. L’unica verità che ne esce è che i “Dati”, abbandonati nel mare della complessità, sono solo una grossa menzogna. E noi su cosa rinasceremo, fratelli, ora che Dio è morto ancora una volta?