Piccolo mio commento ripreso dal quotidiano Libero di oggi.
Non hanno superato le 24 ore di vita in Cordusio e Garibaldi le due opere di sensibilizzazione contro la deriva antisemita protagonista di queste ultime settimane di cronaca. Un fenomeno che si sta svelando tanto pericoloso quanto diffuso, da cui Milano non esce immacolata come questo ennesimo triste episodio dimostra. L'effigie di Anna Frank in piazza Castello, simbolo universale (o che tale dovrebbe essere) di innocenza e pace, è stata bianchettata come a scuola si fa con gli errori di ortografia, per poi essere sovrascritta da ineleganti scarabocchi che recitano “FREE GAZA”.
Accanto una bambina palestinese che, già presente nell'opera originale, è rimasta intatta. Stessa identica censura per il bambino ebreo con le mani alzate ostaggio dei militanti di Hamas: ora sui muri di Porta Nuova rimangono gli jihadisti armati che, in un paradossale capovolgimento della realtà, a un occhio viziato possono apparire come eroi di guerra e non più tagliagole. “Innocenza, odio e speranza” il titolo di quelle che per meno di un giorno furono le opere dello street artist aleXsandro Palombo. Opere non del tutto scomparse ma che, mutilate dell'“innocenza” e della “speranza”, rimangono a testimoniare quel che resta: il semplice e banalissimo “odio”.