Meglio due soldi in più oggi che un Morandi domani | UDaily
Ponte sullo stretto? Non so se si debba fare, ma in caso facciamolo bene
Non so chi di voi abbia seguito in questi giorni la questione del provvedimento che abroga il tetto di stipendio per gli ingegneri a capo del progetto pubblico per il ponte sullo stretto. Io a tal proposito volevo dire due cose: la prima, che in realtà non c’entra nulla con il decreto, è che non posso veramente concepire il fatto che un paese del primo mondo qual è l’Italia non abbia ancora un ponte che connette il continente con un’isola di 5 milioni di abitanti (8% della popolazione italiana) a soli tre chilometri di distanza. Leggevo un articolo de “Il Sole 24 Ore”, pubblicato nell’agosto 2022 che spiega come sia un’opera costosissima (almeno 14 miliardi) e che i benefici socio economici siano di dubbia entità: davanti alla loro analisi non mi permetto di controbattere tanto per il gusto di farlo, ma poi continuo lo stesso articolo e mi spiegano come l’alta velocità tra Salerno e Reggio Calabria (già confermata) costerà tra i ventidue e i ventinove miliardi per guadagnare 40 minuti sulla tratta ferroviaria già presente: a questo punto, dico io, facciamo questo ponte con tutte le difficoltà che comporta, anche se i benefici non saranno esorbitanti per due regioni che avrebbero bisogno di molti altri investimenti, nella speranza che possa essere un simbolo di rinascita per il nostro sud.
In secondo luogo vorrei fare un ragionamento di principio rispetto alla questione del tetto di stipendi: sarò viziato, ma resto dell’idea che se lo stato non può competere con i privati per aggiudicarsi i migliori professionisti è normale che fornisca dei servizi scadenti. E io non vorrei vivere in un paese che costruisce i ponti alla bell’e meglio.
Ah sì, un ultimo spassionato consiglio di finanza personale applicabile a tutti i livelli: spendete tutti i soldi di oggi su ciò che vi servirà domani perché i prezzi non sembrano destinati a calare (diciamola tutta, sarà anche emerso qualche costo…).