Oggi faccio il paramerda di Lollobrigida | UDaily
I poveri non mangiano meglio dei ricchi, ma le persone intelligenti sì
Se ci sono alcuni temi che mi coinvolgono più di altri, cucina e alimentazione sono tra questi. Non potevo quindi esimermi dal commentare la dichiarazione del ministro Lollobrigida, il quale si è conquistato un’enorme tempesta di merda sostenendo che spesso in Italia i poveri mangiano meglio dei ricchi. Ed eccomi qua, dunque, a tuffarmi nella famosa tempesta con lui.
Con cautela vorrei rileggere le parole di Lollobrigida insieme a voi, non tanto perché siano limpido specchio della realtà, ma perché sono convinti siano portatrici di un importante messaggio. Seppur sia tristemente vero che ad oggi in Italia molte persone, probabilmente un’abbondante maggioranza, debbano fare i conti con spese risicate ai discount dove i prodotti non sono certo di prima scelta, io sono fortemente convinto che il nostro paese sia uno dei pochi fortunati dove mangiare sano è concesso a tutti: ci sono contesti, più spesso non urbani, dove la filiera alimentare breve può garantire alta qualità a basso costo. Ma non solo.
Settimana scorsa, parlando dei mercati alimentari di Torino, ho già anticipato questo discorso: oggi rilancio dicendo che il discrimine tra una buona e una cattiva alimentazione non sono i soldi, ma fattori come l’educazione alimentare, una buona padronanza delle tecniche di cucina così come la conoscenza della tradizione culinaria sulla base del territorio, la pianificazione della spesa e dei pasti, la ricerca dei giusti fornitori e soprattutto la voglia di sudare davanti ai fornelli. È chiaro che affidarsi alla giornata per decidere cosa mangiare per cena non può che significare hot dog, sofficini o pasta al pesto. Ma state tranquilli che i soldi dei ricchi ignoranti non li renderanno meno malnutriti.