Un futuro tristemente ancora lontano | UDaily
Il giorno in cui i robot rischieranno la vita al posto nostro
È un discorso ipotetico, quello di oggi. Forse così ipotetico da essere offensivo verso le famiglie delle vittime di Brandizzo. Ad ogni modo mi perdoneranno se, come ormai da giorni fanno tutti, mi permetto di dare la mia opinione in proposito. Sento diversi sindacati denunciare l’infimo numero di ispettori del lavoro su tutti i giornali e penso: legittimo? Altri uomini, fallibili e corruttibili oltre che comprensibilmente costosi, a monitorare la sicurezza sul lavoro di operai che in autonomia non hanno alcun controllo sulle loro condizioni, costretti a fidarsi e affidarsi soltanto ai bassi eppur necessarissimi stipendi per sdraiarsi la notte sui binari. È una soluzione? Beh, di certo qualche controllo in più non può far male. Ma è una soluzione?
Penso che l’obiettivo a lungo termine debba essere quello di eliminare alcune tipologie di lavoro, partendo da fabbriche e altri luoghi dove la vita è seriamente in pericolo, come dicono le 1090 vittime italiane nel solo 2022. Come ho messo in chiaro fin da subito è un discorso ipotetico e non una soluzione che a oggi già funzioni, ma intravedo nelle macchine e nelle intelligenze artificiali l’unica strada percorribile se l’intenzione è quella di tutelare uomo e progresso allo stesso tempo. L’augurio è che i lavori a rischio non debbano più essere svolti da noi in assoluto, senza riporre fiducia in supposti controlli nella vana speranza di intercettare errori inevitabilmente umani.