Il vero talento della Ferragni
Un capolavoro di adulterazione della realtà, in equilibrio tra bimbi malati e pandoro
Sarei imbufalito da quanto successo tra Balocco e Ferragni se non fosse che il piacere nel vedere la pioggia di merda che la cremina si sta sorbendo a bocca spalancata sovrasta di gran lunga lo sdegno.
Non è la prima volta che mi capita di attaccare la moralità della Ferragni, già promossa a pieni voti dall’ipocrisia del marketing. Ma la verità è che non ci va un occhio particolarmente critico per notare tutta la meschinità che si cela in quella smorfia.
Mi rendo conto di star prendendo la questione sul personale: perdonatemi, non ci posso fare niente, oggi va così.
Ci sono un po’ di temi da trattare in questa vicenda e lo farò improvvisando, come sempre qui su Undernet.
Partiamo dai fatti. L’Antitrust ha multato pesantemente Chiara Ferragni e la Balocco per aver fatto credere che una parte del ricavato della vendita del pandoro andasse direttamente in beneficenza. In realtà la Balocco ha devoluto 50.000 euro al Regina Margherita di Torino e ne ha scodellati 1 milioncino all’influencer. Una storia già tirata fuori un anno fa - qui - da quella tigre di Selvaggia Lucarelli, ma che al tempo era passata in sordina.
Ora andiamo al sugo. La Ferragni ha postato due storie negando sostanzialmente che questo malinteso sia stata frutto della malafede, allegando pallide scuse e un reminder del fatto che ha fatto e farà ancora altra beneficenza.
Nota di colore della vicenda l’intervento della Meloni che, da icona pop qual è, non ha perso occasione per dare carica virale al suo comizio, stoccando quella che di fatto è un’importante esponente della sinistra italiana (cosa già abbastanza ironica e paradossale). La Ferragni ha ignorato questo attacco – eccezione fatta per Fedez, ma tanto quello avrebbe parlato delle sue fondazioni anche se avessero beccato Lollobrigida a pagare in nero il fruttivendolo del mercato di piazza delle Coppelle.
Poi è arrivato il video di scuse. Molto più accentuata l’ammissione di colpe, una voce spezzata dal dolore, pronta ad esplodere nel più angoscioso dei pianti. Viene addirittura espressa la volontà di devolvere un intero milione all’ospedale a prescindere dalle multe, en passant, giusto per ricordare che i soldi possono anche comprare il perdono.
Ma mentre la Chiara piange, già pensa a come ingannarti. Di nuovo. Ed ecco che basta un briciolo di analisi critica (che l’ottimo Alessandro Luna ha già dimostrato prima di me sui suoi canali) per svelare il trucco. «… Ma, se la sanzione definitiva dovesse essere - come spero - inferiore a quella decisa dall’Antitrus (un altro milione di bomboloni), la differenza verrà aggiunta al milione di euro».
Chi lo vede? Dai su, è lì! Malcelato dall’ennesimo ipocritissimo atto di carità. La serpe sta indirettamente mettendo il giudice nella scomoda posizione di:
A. Abbassare la multa e donare tanti altri soldini ai poveri bambini malati, riducendo di conseguenza la percezione d’entità del suo inganno.
B. Mantenere la multa uguale e schiacciare barbaramente, dall’alto della sua cinica toga, i bambini malati che aspettavano quei soldi.
Non penso ci sia bisogno di commentare oltre. Una raffinata opera di manipolazione, un Michelangelo dell’effetto framing. In breve, quello in cui la Ferragni primeggia: truffare i più deboli.